TERZA PAGINA CULTURALE
La Terza pagina è storicamente, lo spazio che il Sito del Comitato Diocesano San Gennaro Guardia d'Onore alla Cripta dedica alla cultura e rappresenta uno spazio proficuo e importante per la crescita culturale di tutti gli Associati e per tutti i graditi visitatori del nostro sito. La pagina è curata dal Prof. Gennaro Giannattasio nostro Addetto Stampa.


SAN GENNARO E SANTA PATRIZIA: DUE FIGURE SIMBOLO DELL’IMMAGINARIO COLLETTIVO DELLA CITTA’ DI NAPOLI
Napoli è l’unica città in assoluto che, oltre ad avere un santo patrono, annovera una schiera di ben 52 compatroni. Tra questi santi protettori di Napoli l’unico, anzi l’unica, che presenta forti e curiose analogie, come pure importanti differenze, con San Gennaro è Santa Patrizia. La santa bizantina è a buon diritto diventata uno dei simboli più importanti della nostra città, sia per la prodigiosa e periodica liquefazione del suo sangue di cui parleremo più avanti, sia per le affinità che la sua storia presenta con quella della mitica e leggendaria fondatrice di Napoli: La Sirena Partenope.
Da oltre 1700 anni San Gennaro rappresenta la quintessenza della napoletanità per il suo rasserenante prodigio che, quando non avviene, equivale per molti ad un presagio di sventura. Un prodigio tanto famoso quanto compiuto con relativa parsimonia: tre volte all’anno e mai del tutto scontato. La celebre liquefazione è attesa con fervore da tutto il popolo napoletano. Nelle date canoniche la Cattedrale e la chiesa di santa Chiara sono infatti strabocchevoli di gente che invoca “il miracolo” e che si lascia andare a un forte e liberatorio applauso una volta che nella teca le due ampolle lasciano trasparire lo scioglimento dei grumi di sangue.
L’incertezza del prodigio e la sua scarsa frequenza sembrano anomalie quando le compariamo alla settimanale (il fenomeno avviene ogni martedì mattina nella chiesa di San Gregorio Armeno) e regolare fusione del sangue della santa vergine di Costantinopoli. Un evento “miracolistico” molto più discreto dell’altro, che non vede la partecipazione di folle oceaniche proprio a causa, probabilmente, della sua assidua frequenza.
Profonde, d’altra parte, sono pure le differenze sull’origine e sulla causalità delle due liquefazioni. Il sangue di san Gennaro venne raccolto in due balsamari appena dopo la sua decapitazione. Quello di Santa Patrizia sgorgò, circa un secolo dopo la sua morte, in seguito a un sacrilego tentativo di furto che sembra quasi un intervento odontoiatrico: l’estrazione di un dente dalla salma.
Per capirci un po’ di più dobbiamo ricostruire sinteticamente quale fu la vita della santa. Nobile, ricca ed imparentata con l’imperatore d’Oriente, Patrizia viveva a Costantinopoli dov’era nata. Casta e pura, la giovanissima Patrizia aveva rinunciato, per amore di Cristo, sia ad una vita agiata che al matrimonio. Il suo sogno era infatti quello di consacrarsi a Gesù. A questo scopo aveva donato il suo immenso patrimonio ai poveri e poi, per sfuggire, forse, all’imposizione di un matrimonio si era imbarcata per la Terra Santa. Una tempesta fece cambiare rotta alla sua nave che naufragò nel mare della nostra città. La giovane si salvò a stento. Secoli dopo la leggenda s’impadronì di questo fortunoso approdo trovando una somiglianza tra l’esperienza di Patrizia e quella simile, avvenuta molto prima, della sirena Partenope. Entrambe vergini; entrambe arrivate a Napoli via mare e poi morte sull’isolotto di Megaride; entrambe amatissime dai napoletani. Alla morte della santa le sue spoglie furono accolte dalle suore dell’oratorio di Castel dell’Ovo da lei fondato, secondo la leggenda. Spoglie che diventarono meta di pellegrinaggi di malati che cercavano miracolose guarigioni.
Un secolo dopo la sua morte (datata al 665 d.C.) un pellegrino arrivato da Roma fu guarito dalla santa. Prima di ripartire chiese alle suore il permesso di fare una veglia di preghiera vicino alle spoglie mummificate. Avuta la concessione l’uomo non resistette alla tentazione di impadronirsi di una reliquia. La scelta cadde su un dente. Una volta estrattolo dalla bocca della santa uno zampillo di sangue vivo fuoriuscì dalla gengiva violentata. Le suore, subito accorse agli urli del pellegrino, raccolsero in due ampolle il liquido ematico e lo conservarono. La notizia del prodigio si sparse velocemente in tutta la città. Col tempo il sangue inaridì e solo nel 1600. per caso, riprese a liquefarsi con periodica cadenza.
Se i napoletani si sono, per così dire, assuefatti ad un prodigio che, ripetendosi così spesso, dà l’impressione di essere quasi un fatto normale, ben altra impressione ed interesse la santa riscuote presso i turisti che da tutto il mondo si recano in visita prima da Gennaro – la precedenza, si sa, è dovuta al patrono, martire popolarissimo – e poi da Patrizia, compatrona della città. E’il loro affetto, e quello di tutti i fedeli, a “decretare” una connessione simbolica tra due figure che a buon diritto fanno parte sia della storia che dell’albero genealogico della nostra meravigliosa città.
Prof. Gennaro Giannattasio

Testo : Napoli, 3 maggio 1777: la cantata per san Gennaro nel seggio di Portanova attraverso le lettere di Antonio di Gennaro ad Aurelio Bertola
Con grande piacere vi presentiamo un contributo di particolare rilevanza del Prof. Giovanni Picciafoco, un esperto nella storia della musica e della cultura napoletana. In riferimento alla nuova sezione del nostro sito, intitolata "Terza Pagina Culturale", siamo entusiasti di condividere con voi una sua significativa iniziativa di divulgazione di un opera che fa parte della collana scientifica «Quaderni del Conservatorio “Carlo Gesualdo da Venosa”» di Potenza che si concentra su una composizione musicale del Settecento dedicata al nostro amato Santo Patrono, San Gennaro.
La ricerca del Prof. Picciafoco non solo mette in luce l'importanza di questa composizione nel contesto musicale dell'epoca, ma offre anche spunti di riflessione sul suo significato culturale e spirituale per la comunità. Siamo certi che questa pubblicazione stimolerà interesse e curiosità, contribuendo a una maggiore valorizzazione delle tradizioni musicali associate a San Gennaro.
Vi invitiamo a leggere con attenzione questo prezioso contributo e a scoprire le affascinanti intersezioni tra fede, musica e cultura che caratterizzano il ricco patrimonio della nostra comunità.

"Gesù e le parole del 4° Discorso della Montagna"
del Prof. Gennaro Giannattasio
È con grande entusiasmo che presentiamo in questa sezione il nuovo articolo del Prof. Gennaro Giannattasio,
In questo breve scritto, si esplora in modo approfondito uno dei passaggi più significativi degli insegnamenti di Gesù. Attraverso un'analisi attenta e contestualizzata, l'autore mette in luce non solo il valore teologico del discorso, ma anche la sua rilevanza pratica per la vita quotidiana dei credenti.
Con una penna acuta e un approccio riflessivo, il Prof. Giannattasio invita i lettori a porsi domande fondamentali sul significato della fede e dell'etica cristiana, nel tentativo di comprendere come le parole di Gesù possano ancora oggi illuminare il nostro cammino.
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Non perdere l'opportunità di immergerti in questo scritto, ricco di spunti e di ispirazione!

Gentili Associati,
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Vi invitiamo a consultarlo per scoprire le preziose esperienze e informazioni che Gerardo ha condiviso con noi.
Non perdete l'opportunità di arricchire la vostra conoscenza su questo affascinante percorso!
Cordialmente,
L'Addetto Stampa Prof. Gennaro Gianattasio

RICORDO DELL'ON. GENNARO ALFANO, L'INDIMENTICABILE PRESIDENTE DEL COMITATO DIOCESANO SAN GENNARO